Eleonora Duse
Note biografiche
Eleonora Duse nasce a Vigevano nel 1858. Figlia di due attori calca il palcoscenico per la prima volta all’età di 4 anni nel ruolo di Cosetta ne “I miserabili”.
Sposa nel 1880 Tebaldo Cecchi , attore anche lui, da cui ha una figlia Enrichetta. L’attrice vive poco insieme alla figlia a cui non fa mancare affetto e vicinanza a modo suo. La bambina viene educata nei migliori collegi, in Italia prima e infine in Inghilterra ed ha così una tradizionale e regolare educazione borghese. (1)
Nel 1884 ha una relazione con il compositore e poeta Arrigo Boito che fa parte della “Scapigliatura” con il quale resterà amica per sempre.
Dieci anni nel 1894 dopo prende il via la relazione d’amore con Gabriele D’Annunzio. Con lui fino al 1904 vive una storia passionale e tormentata, senza esclusione di colpi. Sono due artisti famosi ognuno nel suo campo e di loro si parlerà molto nelle cronache. Eleonora, più grande di cinque anni, finanzierà le opere del poeta. In cambio si aspetta che lui diventi il suo autore personale. Quando l’attrice si rifiuta di produrre La figlia di Iorio D’Annunzio si vendica e fa scritturare al suo posto Irma Gramatica.
Eleonora si afferma come grande attrice, innovatrice nello stile, seguita dal pubblico e riconosciuta dalla critica. Diventa molto presto capo-compagnia e impresaria teatrale. Recita oltre che in Italia in Sudamerica, Stati Uniti, Egitto, Russia, Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Francia, Grecia, Spagna e Scandinavia. La “Divina” lascia il teatro nel 1909.
Ha una rete di amicizie femminili importanti, intellettuali e scrittrici quali tra le altre Sibilla Aleramo, Isadora Duncan, Ada Negri, Matilde Serao e Olga Ossani.
Con la scrittrice Lina Poletti , amante di Sibilla Aleramo, intesse una relazione amorosa.
Nel 1914, a villa Ricotti sulla Nomentana a Roma, Eleonora crea una sorta di club culturale. Una Casa delle Attrici con annessa libreria, luogo di ritrovo e di incontro per le intellettuali dell’epoca che però ha vita breve a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Attenta ai cambiamenti si interessa al nascente cinema. L’unico film muto al quale partecipa nel 1916 è Cenere con Febo Mari , tratto dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda del 1904 .
Nel 1919 si reca ad Asolo da un’amica e decide di acquistare una casa. Proprio ad Asolo chiederà di essere sepolta alla sua morte.
All’inizio degli anni ’20 Eleonora torna al teatro. Nel 1921 a Torino va in scena con “La donna del mare” di Henrick Ibsen. (4)
Nel 1923 con la sua compagnia teatrale è a Londra e a Vienna. Il 10 ottobre parte per gli Stati Uniti. Il fisico è già minato. Muore a 66 anni di polmonite sola in una camera d’albergo a Pittsburgh il 21 aprile 1924. (5)
(1) Ma Pupa, Henriette. Le lettere di Eleonora Duse alla figlia. A cura di Maria Ida Biggi. Venezia, Marsilio, 2010
(2) Marka/Universal Images Group / Bridgeman Images
(3) Foto tratta da https://lascuolafanotizia.it/2020/04/02/la-signora-dei-sogni-di-gabriele-dannunzio
(4) “Incubo azzurro” così Eleonora definisce il dramma di Frederick Ibsen che ricorre significativamente due volte nella vita della grande attrice.La prima volta va in scena nel 1909. appena dopo lascia il palcoscenico. l’ultima quando Eleonora ormai ha 63 anni e rientra nei panni del personaggio Ellida. “Anziana, affaticata …Senza trucco o altri espedienti, con una recitazione scarnificata, fatta di un minimo di gesti e movimenti, da cui tuttavia sprigionava una energia insospettabile, Duse era arrivata all’essenza”.
(5) Cit. www.ilfattoquotidiano.it/blog/mdemarinis/ 20 gennaio 2024 https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/eleonora-duse/
Note biografiche
Eleonora Duse nasce a Vigevano nel 1858. Figlia di due attori calca il palcoscenico per la prima volta all’età di 4 anni nel ruolo di Cosetta ne “I miserabili”.
Sposa nel 1880 Tebaldo Cecchi , attore anche lui, da cui ha una figlia Enrichetta. L’attrice vive poco insieme alla figlia a cui non fa mancare affetto e vicinanza a modo suo. La bambina viene educata nei migliori collegi, in Italia prima e infine in Inghilterra ed ha così una tradizionale e regolare educazione borghese. (1)
Nel 1884 ha una relazione con il compositore e poeta Arrigo Boito che fa parte della “Scapigliatura” con il quale resterà amica per sempre.
Dieci anni nel 1894 dopo prende il via la relazione d’amore con Gabriele D’Annunzio. Con lui fino al 1904 vive una storia passionale e tormentata, senza esclusione di colpi. Sono due artisti famosi ognuno nel suo campo e di loro si parlerà molto nelle cronache. Eleonora, più grande di cinque anni, finanzierà le opere del poeta. In cambio si aspetta che lui diventi il suo autore personale. Quando l’attrice si rifiuta di produrre La figlia di Iorio D’Annunzio si vendica e fa scritturare al suo posto Irma Gramatica.
Eleonora si afferma come grande attrice, innovatrice nello stile, seguita dal pubblico e riconosciuta dalla critica. Diventa molto presto capo-compagnia e impresaria teatrale. Recita oltre che in Italia in Sudamerica, Stati Uniti, Egitto, Russia, Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Francia, Grecia, Spagna e Scandinavia. La “Divina” lascia il teatro nel 1909.
Ha una rete di amicizie femminili importanti, intellettuali e scrittrici quali tra le altre Sibilla Aleramo, Isadora Duncan, Ada Negri, Matilde Serao e Olga Ossani.
Con la scrittrice Lina Poletti , amante di Sibilla Aleramo, intesse una relazione amorosa.
Nel 1914, a villa Ricotti sulla Nomentana a Roma, Eleonora crea una sorta di club culturale. Una Casa delle Attrici con annessa libreria, luogo di ritrovo e di incontro per le intellettuali dell’epoca che però ha vita breve a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Attenta ai cambiamenti si interessa al nascente cinema. L’unico film muto al quale partecipa nel 1916 è Cenere con Febo Mari , tratto dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda del 1904 .
Nel 1919 si reca ad Asolo da un’amica e decide di acquistare una casa. Proprio ad Asolo chiederà di essere sepolta alla sua morte.
All’inizio degli anni ’20 Eleonora torna al teatro. Nel 1921 a Torino va in scena con “La donna del mare” di Henrick Ibsen. (4)
Nel 1923 con la sua compagnia teatrale è a Londra e a Vienna. Il 10 ottobre parte per gli Stati Uniti. Il fisico è già minato. Muore a 66 anni di polmonite sola in una camera d’albergo a Pittsburgh il 21 aprile 1924. (5)
(1) Ma Pupa, Henriette. Le lettere di Eleonora Duse alla figlia. A cura di Maria Ida Biggi. Venezia, Marsilio, 2010
(2) Marka/Universal Images Group / Bridgeman Images
(3) Foto tratta da https://lascuolafanotizia.it/2020/04/02/la-signora-dei-sogni-di-gabriele-dannunzio
(4) “Incubo azzurro” così Eleonora definisce il dramma di Frederick Ibsen che ricorre significativamente due volte nella vita della grande attrice.La prima volta va in scena nel 1909. appena dopo lascia il palcoscenico. l’ultima quando Eleonora ormai ha 63 anni e rientra nei panni del personaggio Ellida. “Anziana, affaticata …Senza trucco o altri espedienti, con una recitazione scarnificata, fatta di un minimo di gesti e movimenti, da cui tuttavia sprigionava una energia insospettabile, Duse era arrivata all’essenza”.
(5) Cit. www.ilfattoquotidiano.it/blog/mdemarinis/ 20 gennaio 2024 https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/eleonora-duse/
Autoritratto
“Le donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre m’ingegno di farle capire a quelli che m’ascoltano, sono esse che hanno finito per confortare me”
“Il fatto è che mentre tutti diffidano delle donne, io me la intendo benissimo con loro! Io non guardo se hanno mentito, se hanno tradito, se hanno peccato – o se nacquero perverse – perché io sento che hanno pianto – hanno sofferto per sentire o per tradire o per amare… io mi metto con loro e per loro e le frugo, frugo non per mania di sofferenza, ma perché il mio compianto femminile è più grande e più dettagliato, è più dolce e più completo che non il compianto che mi accordano gli uomini.”
“Senza le donne non va niente .Questo lo ha dovuto riconoscere perfino Dio”
La Casa delle attrici
Nel 1914 Eleonora crea a Roma la Casa delle Attrici con annessa biblioteca. Villa Ricotti sulla Nomentana diventa luogo di ritrovo e di incontro per le intellettuali dell’epoca che però ha vita breve a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Scrive Febea sul periodico “La Lettura” “Sorge lontana dai rumori della città, isolata fra gli alberi, a destra della via Nomentana scendendo verso le Catacombe di Sant’Agnese”.
Olga Ossani suggerisce alla cara amica Eleonora di intitolare la casa a se stessa ma “Ella non volle perchè troppo presuntuoso e superbo”.
“Un piccolo esempio luminoso questa casa per le attrici….con belle stanze bene arredate per studiare, leggere, scrivere, far musica, far conversazione, far niente!”.
Presente alla inaugurazione nel 1914 anche Grazia Deledda “nella sua serena assunzione alla più alta e pura gloria letteraria”.
“A voi schiude le porte la casa che ha preparata per voi, ornata per voi sue piccole sorelle – così si rivolge Febea alle giovani attrici che frequentano la casa – la grande artista che voi venerate, cui vi piace parlare in ginocchio guardandola negli occhi…”.
Soltanto la “Signorina Emma Gramatica” rifiuta il “nobile appello di Eleonora Duse” definendo il posto “Casa di riposo per gli attori”.
(6) https://archivi.cini.it/teatromelodramma/detail/IT-CST-ST0001-000243/la-casa-della-duse
Cenere
Eleonora Duse interpreterà solo un film muto.
Cenere del 1916 con la regia di Febo Mari, anche interprete, e Arturo Ambrosio. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Grazia Deledda del 1904. La sceneggiatura è di Eleonora Duse e Febo Mari . Produzione Ambrosio-Caesar film.
Trama.
Rosalia Derios partorisce un figlio illegittimo, Anania. Essendo povera lo affida al padre naturale e a sua moglie. Anania studia e ha buone prospettive per il suo futuro. Da grande si fidanza con l’amica di infanzia Margherita. Cerca di rintracciare Rosalia con l’aiuto della madre adottiva, nel frattempo diventata vedova. Scopre che la madre naturale vive in povertà e le promette di chiedere alla sua futura sposa di accoglierla sotto lo stesso tetto. Margherita però non accetta. Rosalia viene a sapere del rifiuto. Si rassegna al suo destino di solitudine e si uccide senza sapere che il figlio è disposto a lasciare la fidanzata per restare con lei. (7)
Nel 1916 Eleonora Duse ha 58 anni e lunghi capelli bianchi. Ha abbandonato le scene da ormai 7 anni. Al teatro tornerà più tardi nel 1921 con La donna del mare di Ibsen.
Mentre si gira la pellicola Eleonora scrive alla figlia Enrichetta: “Ci sono delle pagine di realtà e poesia che mi “tormentano” il cuore, e l’immaginazione e che, io penso di poter fare comprendere senza parlare”.
Cenere (1916) con Eleonora Duse, tratto dal libro di Grazia Deledda
Lettere a Olga
Il carteggio che testimonia l’amicizia tra Eleonora Duse e Olga Ossani risale al maggio 1884 e testimonia una antica e profonda amicizia. Olga spinge e supporta la sua amica in vari importanti passaggi della vita.
“Buona Olga…Voi mi avete conosciuta…poverella- poverella e vi preme che spicchi il mutamento – apparente – di me… questo.. colossale… successo di Milano – a cui tenevo tanto – mi ha fatto bene all’anima e al corpo. Avevo tanta paura!” (8)
Eleonora confida a Olga i problemi di salute che la affliggono fin dal 1897. Le scrive da Murren, località nel Cantone di Berna in Svizzera:
“ Io a casa mia ( in Italia) spero poter ritornare tra non molto, ma ho ancora per imbarazzo odioso, una tosse ostinata, che trascino con me da quest’inverno…” (9)
Le scrive mentre Olga è a Santa Marinella nel 1899 “Sono arrivata per pochi giorni e desidero parlarti. Ti prego dimmi se rimani per molto tempo al mare o se è probabile che tu possa venire a Roma.” (10)
Nel 1916 Eleonora si prepara a girare “Cenere” e chiede consiglio sulle case cinematografiche di produzione dell’epoca.
“…un simile affare non si può fare su due piedi ed esige finezza di mano. Per questo ti parlo e ti confido la cosa, perchè tu ti chiami: Olga – il che vuol dire:
“testa, luce, e cuore” e andiamo avanti!….La società e me, abbiamo reciprocamente preso qualche giorno per riflettere- ed è questo che mi autorizza scriverti -” (11)
Un telegramma urgente da Torino del 14 settembre 1916 ci racconta quanto fosse importante per Eleonora la solida amicizia che la lega a Olga.
“Oggi finito film. Vorrei averti vicina. Eleonora Duse”. (12)
(8) Ferdinando Cordova “Caro Olgogigi” Lettere ad Olga e Luigi Lodi. Dalla Roma bizantina all’Italia fascista (1881-1933). Milano, Franco Angeli 2003. Lettera n.37 pag. 130.
(9) Ibidem. Lettera n. 304 pag. 308
(10) Ibidem Lettera n. 328 pag..321
(11) Ibidem. Lettera n. 596 pag. 474
(12) Ibidem. Lettera n. 602 pag. 477